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| La Mecca, luogo di pellegrinaggio musulmano |
La risposta è che la reale verità in fondo non la conosce nessuno e forse nemmeno esiste, ognuno ha la sua, dai politici di estrema destra che condannano incondizionatamente l'intera religione a quelli più moderati che ne combattono solo la parte marcia tollerando la religione in se, da persone convinte che l'immigrazione massiccia possa portare ad un islamizzazione del mondo occidentale a chi sostiene che tale pericolo praticamente non sussista, e così mille altre possono essere le opinioni ed i punti di vista diametralmente opposti.
Certo, l'Islam, quello radicale, diffuso e praticato nei paesi arabi come l'Arabia, Siria, Giordania, Iraq ed il Medio Oriente in generale ha il suo credo ed il suo modus operandi difficilmente comprensibile nel mondo occidentale, ad esempio sulla figura della donna o sull'omosessualità o proprio sulla libertà di espressione, basti pensare ad esempio che in Arabia Saudita le donne non possono guidare l'auto o in Iran numerosi omosessuali sono stati condannati alla lapidazione, sempre in Iran una donna è stata condannata a morte per aver ucciso un marito violento per legittima difesa, ma la domanda da porsi a mio avviso è una, il tutto è frutto di una religione sbagliata in se o da una scorretta interpretazione e applicazione dei principi della stessa? ad esempio nel mondo occidentale vivono numerosi musulmani decisamente più moderati che si adattano al paese che li ospita senza causare problemi di sorta.
Personalmente penso esistano tre tipi di musulmani, quelli moderati, quelli intermedi e gli estremisti:
Per moderati intendo appunto questi ultimi descritti, ben integrati nelle società occidentali che vivono la propria religione senza contaminare la cultura e le usanze altrui vivendo la propria serenamente, poi ci sono quelli intermedi, con tale appellativo personalmente intendo quei musulmani ligi alle interpretazioni severe del Corano in cui ad esempio una figlia deve vestirsi in modo decoroso, una moglie deve essere ligia al dovere nei confronti del proprio marito, e che vogliono in parte modificare la cultura altrui(se ad esempio vivono in occidente) insomma una sorta di uomini vecchio stampo(come ne abbiamo anche nel mondo occidentale sia chiaro), e poi ci sono gli estremisti, quelli che combattono tutti coloro che non la pensano come loro(anche musulmani stessi) e che vogliono imporre nel mondo con la violenza il proprio credo e la propria idea malata della propria religione.
E sono proprio le fasce intermedie ed estremiste che causano perplessità e divisioni agli occhi di chi musulmano non è, il problema di fondo è che è difficile distinguere musulmani di un tipo piuttosto che di un altro facilmente, specie in seguito ai grandi flussi migratori passati e presenti al quale stiamo assistendo, è pur vero che la maggior parte dei musulmani che vivono fra noi appartengono alla prima fascia, pochi alla seconda ed una parte infinitesimale sono estremisti, tuttavia ribadisco che è assai arduo fare una distinzione.
C'è da dire anche che condanne e azioni vere e proprie contro gli estremisti da parte del mondo musulmano(Imam di Moschee importanti ad esempio) non se ne sono viste, e di certo qualche parola di circostanza come "noi non centriamo con quella gente" o "L'Islam non è questo" non sembrano sufficienti, e molti degli addestramenti e degli insegnamenti fondamentalisti son partiti da alcune Moschee dove musulmani "deviati" si organizzavano e si organizzano per compiere i loro scellerati atti terroristici, forse gli Imam dovrebbero sorvegliare in modo più massiccio i propri fedeli o comunque permettere alle autorità di controllare meglio? e se tutto nascesse dagli Imam stessi? e qui la diatriba è ancora più difficilmente districabile...
Concludendo tornando al principio quindi, combattere o tollerare l'Islam? la sua cultura e il suo credo in ogni sia sfaccettatura?io sarei per "la verità sta nel mezzo", se fino ad oggi la libertà di circolazione è stata un capisaldo del mondo occidentale(specie europeo), misure più restrittive sulla libera circolazione delle persone sembrano d'obbligo, da un lato vogliamo essere si europei liberi di viaggiare senza barriere e limiti ma dall'altro visti i tempi che corrono è forse tempo di fare qualche passo indietro e controllare uno ad uno chi mette piede in un paese piuttosto che in un altro, per quale motivo e per quanto tempo, in fondo è la politica di paesi come gli Stati Uniti o l'Australia ad esempio dove senza un particolare "Visto" non puoi entrare, non puoi lavorarci o non puoi stare per troppo tempo, e lo Stato sa che ci sei, dove sei e a far cosa e se sgarri può rintracciarti ed espellerti, certo questo può essere un metodo per arginare il terrorismo ma non debellarlo visto che l'Isis è sempre attivo e dilagante in medio oriente, tuttavia secondo me è verso questa direzione che andrà anche l'Europa ormai zoppa dopo l'11 settembre europeo, perchè si...io lo ritengo un attentato che dichiara guerra al mondo occidentale(specie europeo) e dal quale non si può più tornare indietro.
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